Michele Conti di Faber ci racconta la sfida quotidiana per progettare concretamente cappe e piani cottura di qualità
La sfida di Faber del lavorare l’aria
Michelangelo, osservando un blocco di marmo, vedeva già l’opera cui avrebbe dato forma una volta tolto tutto il “materiale in eccesso”.
Per noi di Faber, invece, la sfida di ogni giorno è quella di lavorare l’aria.
Rendendola elegante, attraverso la continua ricerca nel design; silenziosa, grazie allo studio di forme che accompagnino il flusso; e pulita, tramite sistemi di filtrazione sempre più innovativi.
Ma se il grandissimo Michelangelo aveva comunque la fortuna di poter ammirare e accarezzare la sua opera, noi di Faber possiamo solo immaginarla e farci ispirare dalla sua stessa materia.
E allora immaginiamo per un attimo di essere una dei suoi miliardi di molecole, invisibile e leggera, e godiamoci il viaggio che porta alla creazione di una cappa.
Tutto parte dall’ideazione della forma che può ispirarsi ad oggetti del nostro quotidiano o, perché no, alla nostra fantasia.
Dagli schizzi dei designer ai progettisti
Dai primi schizzi dei nostri designer, l’idea passa fra le mani dei progettisti che hanno il compito, spesso non facile, di tradurre l’immaginazione in qualcosa di concreto, solido ma, soprattutto, realizzabile.
Inutile parlare del dibattito, atavico e a volte acceso, fra l’artista e il tecnico ma comunque, una volta giunti (più o meno faticosamente) ad un compromesso, ciò che fino ad ora era solo un incrocio di linee su un foglio di carta, diventa finalmente realtà.
L’idea di cappa dei progettisti prende forma
E allora si scende in officina dove da fogli, stavolta di metallo, l’idea prende pian piano forma, e vita: nascono le cappe Faber.
Il nostro ceppo di legno è diventato finalmente un “piccolo Pinocchio”… ma non ancora un “bambino vero”.
Prima che ciò avvenga il nostro piccolo dovrà dimostrare ad una “equipe di esperti” di essere in buona salute e di saper resistere a tutte le prove che sarà chiamato poi a sostenere una volta a casa dei nostri clienti.
Di essere un vero “campione” insomma.
Solo alla fine la nostra Qualità, come un autentico Alessandro Borghese, deciderà se confermare o ribaltare il verdetto dei dottori.
E se il pollice sarà verso l’alto allora tutto è pronto per andare in fabbrica dove, dopo qualche settimana di gestazione, i nostri prodotti vedranno finalmente la luce… pronti per conoscere la loro nuova famiglia… pardon cucina.
Michele Conti
R&D Department